Brian Moore è nato il 25 agosto 1921 a Belfast, in Irlanda del Nord, ed è cresciuto in una famiglia numerosa con otto fratelli. Suo padre, James Bernard Moore, era un chirurgo di spicco e il primo cattolico a sedere nel senato dell'Università di Queen's, mentre sua madre, Eileen McFadden Moore, era una figlia di un agricoltore della contea di Donegal ed era un'infermiera. Moore lasciò l'Irlanda durante la seconda guerra mondiale e si stabilì infine negli Stati Uniti dopo aver vissuto in Canada per un periodo.
Moore ha iniziato la sua carriera di scrittore lavorando per il Montreal Gazette e producendo bestseller con vari nomi di penna. Tuttavia, non fu fino alla pubblicazione di "The Lonely Passion of Judith Hearne" nel 1955 che iniziò a guadagnare riconoscimenti come romanziere serio. Questo ha segnato l'inizio di una carriera prolifica in cui Moore ha pubblicato diciannove romanzi successivi, esplorando una vasta gamma di modalità e stili. I suoi lavori includono "The Luck of Ginger Coffey", "An Answer from Limbo", "The Emperor of Ice Cream", "I Am Mary Dunne", "Catholics", "Black Robe" e "The Statement." I romanzi di Moore trattavano spesso temi di identità, lealtà e la ricerca di significato, e la sua scrittura era caratterizzata da una profondità psicologica e un'intensità emotiva.
Tre dei romanzi di Moore, "Lies of Silence", "The Colour of Blood" e "The Magician’s Wife", sono stati finalisti per il Booker Prize e "The Great Victorian Collection" ha vinto il James Tait Black Memorial Prize. Moore era anche uno sceneggiatore di successo, adattando "The Luck of Ginger Coffey" per il cinema nel 1964 e lavorando alla sceneggiatura di "Torn Curtain" di Alfred Hitchcock. Ha trascorso l'ultima parte della sua vita a Malibu, in California, dove ha insegnato all'UCLA per quindici anni. Moore era un vero e proprio vagabondo senza patria, trovando il mondo più grande eccitante e vasto, e rimase uno scrittore prolifico e di successo fino alla sua morte.